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La nascita della filosofia

La tradizione classica della storia della filosofia prevede che alla sua origine (al suo «inizio» direbbe Massimo Cacciari) ci sia Talete di Mileto vissuto intorno al VI secolo a.C. Perché tradizionalmente si fa «iniziare» la filosofia con Talete? Se qualcosa inizia vuole dire che esistono due cose: prima di quel qualcosa quel qualcosa non c’era e al momento che c’è questo qualcosa non c’è più quello che c’era prima. Ma cosa era quella cosa che c’era prima di quel qualcosa? Prima c’era il mito – dice sempre la tradizione. Ovvero: una narrazione fantastica di avvenimenti leggendari. Omero per esempio appartiene a questa sfera. E così pure Esiodo. Subito dopo che si preannuncia quel qualcosa c’è la filosofia, ovvero il logos. La sostituzione del logos al mythos è quella che fa nascere la storia della filosofia. Se no saremmo dalle parti di una storia del mito. Dunque con Talete abbiamo un triplice movimento: mythos, Talete e logos. Ovvero l’inizio della filosofia è Talete. Ma cos’è il logos? È il «principio di ragione» (come amerebbe dire Martin Heidegger) ovvero quel principio che interroga le cose (uomo e natura sono la stessa cosa per gli antichi greci) ricercandone la loro causa, la loro origine, il loro archè. Con il mito si ha una spiegazione delle cose (di nuovo: uomo e natura) che non ricerca – o almeno, non precipuamente – le cause delle cose interpretandole in maniera razionale. Ma piuttosto si ha con esso una spiegazione poetica, fantastica, di quelle che Blaise Pascal diceva essere le «ragioni del cuore che ha ragioni che la ragione non può conoscere». Questo triplice passaggio non segna solo l’avvento del logos (della ragione, anche se il termine logos in antico greco equivale anche a discorso, ragionamento, parola) ma si ha anche l’avvento di un’interrogazione che interrogando investiga anche se stessa, ciò che sta interrogando, i rapporti di questo qualcosa con il mondo (che Markus Gabriel ha affermato «non esiste») ed inoltre anche il rapporto (tema peraltro prettamente kantiano) della ragione che interroga rispetto all’oggetto che viene ad essere interrogato. Insomma la ragione dispiegata o «disfrenata» (come diceva Carlo Galli a proposito delle dinamiche del mercato mondiale capitalistico nella globalizzazione) a questo punto incontra la cosa. E questo nuovo rapporto fra il pensiero e la cosa è la nascita esatta della filosofia. Conta adesso la natura della cosa; quello che si ha davanti (sia esso uomo o natura, sia esso Marco, Pasquale o albero, o amore, odio, sentimenti, intelligenza, tutto), conta adesso l’oggetto da indagare che viene indagato con mezzi razionali. Perché? Come mai? Per quale motivo le cose stanno così? Sono le classiche domande della filosofia che i filosofi (il primo a usare questo termine per parlare della propria attività fu Pitagora di Samo) da Talete in poi si sono sempre posti. È chiaro che ognuno di essi (nelle varie epoche e nei vari luoghi in cui si trovavano ad operare) ha dato delle risposte diverse a queste domande. Ed è altrettanto chiaro che la filosofia non contiene in sé affatto la pretesa di saper dare una risposta soddisfacente a queste domande (non per questo i tentativi di risposta non contano, anzi…) ma è pur vero che quello che è diventato necessario e urgente è il domandare. Il chiedere. L’interrogarsi. È la nascita della domanda la nascita della filosofia. Con il mito gli uomini non si interrogavano? Non è affatto vero, questo. Le cose non stanno così. Col mito gli uomini si interrogavano ma non avevano posto correttamente la domanda. Non avevano ancora maturato in sé il fatto che la razione (la razionalità) possa offrire delle risposte (e delle analisi) molto più fondate rispetto a quelle del mito stesso. Nasce il fondamento (quella cosa che Jean-Francois Lyotard demolirà con la sua «condizione postmoderna»): nasce la domanda e nasce il fondamento. E nasce la ragione che finalmente può investigare le cose libera da problemi di natura leggendaria o fantastica. Non importa quale risposta abbia dato Talete all’interrogativo su «quale è il principio di tutte le cose?» (Talete disse l’acqua): importa che egli si sia posto la domanda. Una domanda ben posta è già mezza risposta. Fondamento, ragione e domanda: la filosofia nasce così.

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