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L’aria di Anassimene

I quattro elementi della filosofia naturalistica antica sono acqua, aria, terra e fuoco. Talete aveva proposto come principio di tutte le cose (o archè) l’acqua. Senofane – si dice ma non è certo – aveva proposto la terra ed Eraclito il fuoco. A proporre l’aria come archè è invece Anassimene di Mileto che considera questo elemento alla luce di due sue particolari caratteristiche: la sua infinità e il suo cambiare repentinamente e continuamente. Inoltre egli dice: l’aria può rarefarsi fino a diventare fuoco e può condensarsi fino a diventare pietra. Quindi l’aria è quella forza particolare (quell’energia) che anima il modo e che si presenta, alla luce di questo mondo-polmone, come la materia vivificante che genera tutte le cose e da cui tutte le cose sono formate, dalla quale provengono tutte le cose e nella quale terminano tutte le cose. C’è questa immensa e infinita aria che circonda tutte le cose e che costituisce tutte le cose: anche il corpo umano è fatto di aria, anche gli dei, anche le piante e gli animali. È tutta aria condensata oppure è aria rarefatta. Il Pianeta stesso (la Terra) è fatto solo di aria condensata. Anassimene come tutti i greci non aveva contezza dell’universo ma tuttalpiù del cosmo ordinato (che sarà poi Pitagora a definire) che era quello nel quale non vi era soluzione di continuità fra il mondo e gli uomini. Anche questo cosmo, dunque, era fatto di aria. E poi a nulla serviva chiedersi chi aveva costituito questa aria cosmica? Chi aveva creato tutto quanto? Per quale motivo questo cosmo aeriforme era stato? Infatti anche questo creatore e anche questo “motivo” erano fatti di aria. Anche i termini, i significati e le parole, infatti, per Anassimene erano fatti di aria. Perché proprio di aria? Intanto perché, come detto, l’aria era uno degli elementi che gli antichi – ed Empedocle, poi, li postulerà tutti e quattro uniti alle due forze cosmiche di amore e odio – prevedevano come costituenti del mondo e poi anche perché gli antichi si rendevano conto dei meccanismi della respirazione e si rendevano conto del vento e del movimento delle nubi. Perché Anassimene tra tutti e quattro gli elementi sceglie proprio questo? Evidentemente egli era più sensibile ai fenomeni della respirazione e vedeva accanto e sopra di sé la presenza continua di questa aria che gli appariva come l’elemento determinante. In base a quale criterio Anassimene poteva scartare gli altri tre elementi? Semplicemente perché si accorgeva essere primaria la funzione che nel cosmo veniva ricoperta dall’aria. Che importanza ha Anassimene rispetto agli altri presocratici che ponevano invece altri elementi come principi di tutte le cose? L’avere egli unito, in un solo concetto, la speculazione dei naturalisti antichi (studiosi della natura che rinvenivano quattro principi – o come avrebbe poi detto Empedocle: “radici”) con quella di Anassimandro che aveva postulato per il suo apeiron le caratteristiche dell’illimitatezza (e l’aria è illimitata) con quelle dell’eterno movimento (e l’aria possiede appunto questa caratteristica).

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